Le Banche sono ritenute essenziali! E i lavoratori?
Articolo tratto da Uni-Inform il periodico ufficiale della Fabi in UniCredit numero 3 - marzo/aprile 2020
→ di Filippo Virzì
Assodato ancora una volta, qualora fosse necessario, che le Banche sono considerate dal Governo fra i servizi pubblici essenziali da garantire all'utenza alla pari dei beni di prima necessità, se ciò da un lato conforta i banchieri e i loro interessi, alcuni dei quali comunque si stanno prodigando in opere meritorie come le cospicue e significative donazioni delle Banche, dall'altro sconforta i lavoratori del settore creditizio.I Sindacati di categoria nel garantire anche a livello nazionale la salute dei lavoratori nel posto di lavoro quotidianamente sovraesposti grazie anche all'opera meritoria dei RR.SS.AA. e degli RLS, hanno spinto e pressato affinché le banche si adeguassero in tempi celeri agli standard di sicurezza imposti dal Governo centrale, attuando lo smart working, distribuendo anche se con ritardo il kit sanitario previsto per i lavoratori in servizio e di concerto come già sollecitato da più fronti sensibilizzare i clienti all'uso dei canali evoluti.
Adesso però appare una palese contraddizione scoprire che le agenzie sono vitali e con esse gli "operai del credito" provocatoriamente da noi così definiti, una platea per i banchieri da falcidiare senza tenere conto della loro grande utilità sociale, professionalità e dignità, unico metodo da loro conosciuto ed attuato
per contenere i costi di gestione, veramente inaccettabile.
Ancor più grave risulta alla luce dei fatti, l'abbandono dei territori perpetrato dai grandi gruppi bancari a vantaggio delle Poste Italiane, chiudendo così sportelli anche in località dove risultano l'unico presidio al servizio dei cittadini.
Una politica indiscriminata di desertificazione dei territori attuata dai banchieri che va bloccata alla pari delle scellerate operazioni di delocalizzazione ed esternalizzazioni dei servizi bancari che andrebbero riportati in house ricreando occupazione.
Quindi sarebbe cosa buona e giusta alla fine di questa immane tragedia senza precedenti generata dall'emergenza sanitaria , un premio economico per tutti i lavoratori bancari italiani, ed una seria presa di coscienza da parte dei banchieri rei di avere fatto fallire alcune banche italiane per incapacità gestionali, un atto di giustizia per tutti quei lavoratori del credito dal Nord al Sud i quali continuano a rappresentare la colonna vertebrale del sistema economico e finanziario nazionale, senza i quali nulla sarebbe possibile garantire.
Coronavirus docet!


