UniCredit. Mustier presenta il piano lacrime e sangue e Sileoni leader della FABI lo boccia invitandolo ad un confronto pubblico

Dopo mesi di indiscrezioni Unicredit ha presentato a Londra il suo piano strategico 2020-2023, che prevede la riduzione del personale di 8mila unità e la chiusura di 500 filiali mirata all'ottimizzazione della rete.
I tagli al personale dovrebbero riguardare soprattutto Italia, Germania e Austria, dove il personale verrà ridotto complessivamente del 21% e verrà chiuso il 25% delle filiali. Il “conto” più salato è proprio quello per il nostro Paese: su 1,4 miliardi di euro di costi di integrazione stimati per la gestione degli esuberi 1,1 miliardi riguarderanno l'Italia e solo 0,3 miliardi l'Austria e la Germania. Complessivamente verrà ridotto il personale del 21% e chiuderanno i battenti il 25% delle filiali. Ma il massiccio taglio dei dipendenti non arriva proprio come un fulmine a ciel sereno, infatti lo scorso luglio il quotidiano Bloomberg aveva lanciato un'indiscrezione che parlava di un piano con 10mila esuberi, che aveva subito messo in allarme tutti i sindacati di settore. I tagli saranno invece 8mila, con i costi di gestione che per il 78% riguarderanno l'Italia.
Jean Pierre Mustier, Amministratore Delegato di UniCredit S.p.A, ha dichiarato: “Grazie all’instancabile impegno di tutti i colleghi, abbiamo portato a termine con successo Transform 2019, superando i target chiave e ponendo solide basi per il piano strategico 2020-2023, Team 23. Ciò dimostra che sappiamo come raggiungere gli obiettivi in ogni contesto macroeconomico. 
Non tarda la replica del leader della FABILando Maria Sileoni che dichiara:  Jean Pierre Mustier farà come Lakshmi Mittal per la ex Ilva di Taranto: chiederà uno scudo penale per Unicredit? Nel nuovo piano non è prevista alcuna assunzione e Unicredit è una banca nella quale le lavoratrici e i lavoratori hanno già fatto molti sacrifici: gli 8.000 esuberi inseriti nel nuovo piano industriale si andrebbero ad aggiungere ai 26.650 posti di lavoro tagliati a partire dal 2007. Stesso discorso per gli sportelli: ne sono stati chiusi 1.381 e Mustier ne vorrebbe chiudere altri 500, recidendo ancora di più il rapporto con la clientela e il legame col territorio.
Non c’è da sorprendersi per gli 8.000 esuberi, adesso proveranno addirittura a dire che sono 2.000 in meno rispetto a quei 10.000 che la stessa banca ha fatto filtrare a fine luglio.
Ma il giochetto è banale e si smascherano da soli. Il piano industriale così com’è non può nemmeno essere preso in considerazione.
Mustier non ha realizzato un progetto che guarda alla crescita, allo sviluppo e al futuro, ma ha creato le condizioni per tagliare i costi così da aumentare gli utili che non riesce a produrre industrialmente, che in quattro anni saranno di 17 miliardi, e distirbuire dividendi per 8 miliardi. La banca è destinata a galleggiare col rischio di essere mangiata al primo passaggio di squalo.
Sono pronto a confrontarmi pubblicamente, anche in uno studio televisivo, con Mustier e chiedo alla politica di intervenire nell’interesse del Paese”.

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