Carige e Banche smantellano in Sicilia. FABI si appella alle Istituzioni
Nel pomeriggio di ieri si è tenuta a Catania un’assemblea del personale Carige che ha
coinvolto i lavoratori dei territori di Catania, Enna, Siracusa, Ragusa e
Messina.
Ha tenuto la relazione Renato Biasizzo della Segreteria di
Coordinamento della FABI-CARIGE, il quale ha illustrato ai 50 lavoratori
presenti in sala i temi relativi alla
situazione aziendale con particolare riferimento al piano industriale ed ai
sacrifici richiesti dall’Azienda al personale.
Nel dibattito è intervenuta anche Cetty Di Benedetto del Comitato
Direttivo Centrale della FABI, la quale ha espresso viva preoccupazione per la
ventilata chiusura delle uniche filiali di Siracusa e Ragusa e delle altre tre
a Terrasini, Messina e Palermo.
“Se Carige non torna indietro sui propri passi, - ha affermato Di Benedetto- alcuni lavoratori sarebbero costretti a enormi
e insostenibili sacrifici in termini di mobilità”.
Altra preoccupazione dell’assemblea è emersa per quanto riguarda i
ventilati esuberi di 800 unità lavorative e che Carige non si accontenterebbe
dell’attuale piano chiusure dipendenze ma che sarebbe pronta ad ampliarlo
ulteriormente.
A questo punto, dichiara il Coordinatore della FABI – SICILIA,
Carmelo Raffa “non potremo stare a guardare e non solo per le determinazioni di
Carige ma per l’intero sistema creditizio che intende continuare a smantellare
gli sportelli esistenti nei comuni siciliani”.
“La FABI, - conclude Raffa - lancia un appello alle Istituzioni dello Stato
e della Regione e ai parlamentari eletti
in Sicilia affinchè Unicredit, Intesa san Paolo, Monte dei Paschi, Carige, etc.
si fermino e non compiano ulteriori scempi nel territori isolano”.


