FABI: Raffa e Zancla, testimoni della storia del sindacalismo bancario
di Filippo Virzì ↘
Sul sito della Federazione Autonoma Bancari Italiani è stata pubblicata una nota in cui si evidenzia una delle più clamorose battaglie condotte dai sindacati di categoria del settore del credito in Sicilia e precisamente nel mese di ottobre del 1999 allorquando si ventilava l’ipotesi della cessione del Banco di Sicilia che con notevoli sacrifici da parte dei lavoratori era uscito dalla crisi ed era perfettamente risanato.
Nella nota della Fabi è menzionato un articolo apparso in prima pagina dal quotidiano importante siciliano, Gazzetta del Sud, in cui appariva il Coordinatore della FABI-Sicilia Carmelo Raffa che si era incatenato nello stabile della Sede del Banco di Sicilia di Siracusa dove era in corso una riunione del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto di credito siciliano.
Chiediamo a Luigi Zancla che allora era leader della Fiba-Cisl della Sicilia, cosa ricorda di quella circostanza e del dramma vissuto dai lavoratori e del mondo imprenditoriale siciliano per la scelte fatte a Roma sulla pelle dei siciliani?
Fu un’azione politica nazionale che ha abusato della incapacità politica regionale, quel che è accaduto non sarebbe mai dovuto accadere.
Da oltre dodici anni lei ha lasciato la Cisl e milita nella Fabi continuando ad avere ruoli importanti a livello provinciale e nazionale, cosa ci può dire della vertenza in corso per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro e dell’attività condotta dalla FABI e dal suo Leader Lando Maria Sileoni?
Il mondo sindacale del credito oggi più che mai ha come unico riferimento Sileoni, lo ritengo un vero leader, a mio avviso se arriveranno dei risultati nei contenuti nell'ambito del nuovo contratto nazionale, nel bene o nel male, lo riconosceremo solo a lui, e alla sua opera incessante al fianco dei lavoratori bancari italiani.


