La contrattazione di secondo livello buon viatico per integrare e migliorare nel rispetto del territorio il contratto nazionale di riferimento


Articolo tratto da Uni-Inform numero due - febbraio 2019 
di Filippo Virzì 

L’accordo di 2° livello è una contrattazione siglata tra datore di lavoro e organizzazioni sindacali che permette di derogare ai CCNL.
Consente, tra gli altri, di gestire più flessibilmente gli orari di lavoro, derogare al limite legale sui contratti a tempo determinato, ampliare la stagionalità, detassare i premi di produzione.
La contrattazione di 2° livello è alla base del welfare aziendale che permette ulteriori risparmi fiscali e previdenziali per le aziende.
La stipula di questi accordi, sotto la guida del Contratto di Lavoro, permette all’azienda di potersi “cucire addosso” il proprio contratto secondo le peculiarità aziendali.
Secondo analisi recenti , nel panorama delle relazioni sindacali è tornata a svolgersi una contrattazione più strutturata e meno episodica rispetto agli anni della crisi.
 Allo stesso tempo permangono però alcune difformità tra le imprese in base al settore di appartenenza, alle dimensioni e al contesto territoriale.
In questo senso, emerge come siano commercio, chimica, servizi e costruzioni i settori in cui sono stati sottoscritti il maggior numero di accordi. 
Se si guarda invece al numero di lavoratori coinvolti , data la presenza di grandi imprese in questi settori, a spiccare sono anche i comparti del credito, dell’energia e dei trasporti. 
Fanno registrare percentuali molto basse invece i settori dell’agroalimentare, del turismo, dell’artigianato, dell’agricoltura. 
Non ci sono addirittura accordi relativi alla Pubblica Amministrazione, Enti e istituzioni private e al comparto dello spettacolo.
È  ad ogni modo evidente che, ancora oggi, permangono delle "zone d'ombra" soprattutto a livello territoriale (Nord, Centro e Sud) e di dimensioni d'impresa - per quel che riguarda la distribuzione dei contratti di secondo livello.
L'obiettivo più importante per il futuro resta quindi quello di promuovere la contrattazione decentrata nelle micro, piccole e medie imprese - contesto in cui il dialogo tra le parti sociali è spesso più complesso o, in taluni casi, assente - con particolare attenzione alle realtà del Centro e del Sud Italia.
Quello su cui si deve ragionare a nostro avviso è sulla creazione di buona e stabile occupazione in contesti produttivi risanati ed efficienti, sia pubblici che privati, con norme esigibili e rispettose della dignità professionale di tutti i lavoratori.
Oggi, più che mai, in chiave di lettura moderna ed in tema di contrattazione di secondo livello, occorre spingere verso la compiuta applicazione di tale principio nelle trattative decentrate aziendali, senza perdere mai di vista il contratto nazionale di riferimento, il quale dovrà essere sempre la linea maestra da seguire per tutte le categorie lavorative.

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