BANCHE: ROTTURA BANCARI-ABI SU CONTRATTO, SCIOPERO IL 30 GENNAIO



(Fonte AGI) - Roma, 12 gen. - Sciopero nazionale dei bancari il 30 gennaio e quattro manifestazioni di piazza a Roma, Milano, Ravenna e Palermo.
Le sigle del settore, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Dircredito, Ugl Credito, Sinfub e Unisin, confermano un giorno di mobilitazione e di astensione dal lavoro a fine mese per protestare contro la "decisione unilaterale" dell'Abi "di dare disdetta e successiva disapplicazione dei contratti collettivi di lavoro dal primo aprile di quest' anno". A parte la data, confermata oggi, l'intenzione dei bancari di scioperare era gia' nota da fine novembre quando si e' registrata la rottura tra le parti sul rinnovo del contratto.
Sono diversi i punti su cui non si e' trovato l'accordo e che hanno contribuito a far saltare il tavolo. Le richieste dei sindacati si basano su una piattaforma che prevede il recupero degli scatti di
anzianita' e la conferma del perimetro di calcolo del Tfr. Secondo l'Abi invece, la base della negoziazione parte dalla fine degli automatismi per gli aumenti salariali e dalla possibilita' di dare
piu' peso alla contrattazione aziendale di secondo livello. La richiesta dei lavoratori e' quella di recuperare l'inflazione con un aumento triennale del 6,05%. Ma l'associazione dei banchieri replica
con la proposta di un aumento dell'1,85%, circa 53 euro di aumento sui tre anni. Per i bancari la posizione dell'Abi e' da respingere in blocco: e' "inaccettabile la pregiudiziale di Abi sul blocco degli scatti e degli automatismi - sottolineano i sindacati - se accettata questa misura inciderebbe sulle buste paga dei lavoratori del 2,184%". Quanto al blocco degli scatti e degli automatismi, spiegano ancora le sigle sindacali, "si arriverebbe al paradosso che l'1,85% di inflazione riconosciuta rappresenterebbe un incasso minore rispetto a quanto si perderebbe per effetto del blocco degli scatti e del Tfr". I sindacati chiedono inoltre il rafforzamento dell'area contrattuale "per tutelare i lavoratori dal rischio esternalizzazioni, il mantenimento degli attuali posti di lavoro (dal 2000 al 2014 si sono gia' persi 40mila posti di lavoro nelle banche e dal 2014 al 2020 altri 28mila per effetto dei prepensionamenti volontari stabiliti nei piani  industriali dei gruppi bancari), un modello di banca che torni ad essere al servizio delle famiglie e del territorio, attraverso lo sviluppo di attivita' di consulenza (fiscale, previdenziale, turistica e l'utilizzo di tutte le informazioni che le banche hanno rispetto alle abitudini della clientela ecc). Lo sviluppo di nuove attivita' consentirebbe anche il mantenimento degli attuali livelli occupazionali, anche dopo eventuali aggregazioni a causa dell'esito degli stress test".
Infine, chiedono ancora i sindacati, serve "creare le condizioni per nuovi posti di lavoro, con il contributo economico anche dei top manager" e che "la retribuzione di un top manager non superi di 20 volte quella di un dipendente".
L'ultimo sciopero di categoria risale al 31 ottobre del 2013, quando i bancari scioperarono e scesero in piazza per la prima volta dopo 12 anni. Lo sciopero, a cui secondo fonti sindacali aderi' oltre il 90% dei lavoratori, era stato indetto dai sindacati contro la disdetta unilaterale del contratto collettivo nazionale attuata dalle banche. L'attuale contratto, applicato a 309mila bancari, e' stato disdettato lo scorso 31 dicembre, anche se l'Abi ha confermato la sua applicazione fino al primo aprile. Dopo quella data, pero', dicono i sindacati, "l'architettura contrattuale nazionale decadra', con gravi conseguenze sulle buste paga dei lavoratori e sull'organizzazione del lavoro". (AGI)

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