CREDITO, COLETTA (UGL): SUD PENALIZZATO: IL CASO UNICREDIT E INTESA SANPAOLO

“Ancora una volta e con profondo rammarico, dobbiamo constatare che alcuni grandi gruppi bancari, come Unicredit e Intesa Sanpaolo, penalizzano il Mezzogiorno privilegiando altre aree”. Lo dichiara il vice segretario nazionale dell’Ugl Credito con delega al Mezzogiorno, Mario Coletta. “Unicredit - spiega Coletta -, banca che nel Mezzogiorno vanta centinaia di filiali, ha deciso di non allocare al Sud il call center in via di costituzione, privando un intero territorio di investimenti ed assunzioni di personale e dando vita ad un paradosso: la struttura nascente è deputata a fornire servizi proprio ai clienti del Mezzogiorno continentale”. Per il sindacalista “se si fosse deciso di costituire la struttura a Napoli, a Bari o Reggio Calabria, si sarebbe data una opportunità occupazionale a giovani residenti in aree con le più alte percentuali di disoccupazione, aree in cui la raccolta del risparmio contribuisce, in modo rilevante, ai risultati di bilancio di banche che oramai hanno tutte sedi legali al Nord e che tuttavia investono poco o nulla nel Mezzogiorno, da tempo deprivato di un sistema bancario autoctono”. 

“Anche l’altro grande gruppo bancario nazionale Intesa Sanpaolo - continua - si segnala per la scarsa attenzione all’area più svantaggiata del Paese: è in corso di smantellamento la direzione generale del Banco di Napoli, prima banca del gruppo, per accentrarne le funzioni. Peraltro, da tempo Intesa Sanpaolo non onora l’impegno assunto con istituzioni locali e forze sociali, di costituire a Napoli la scuola di formazione manageriale, cosa che, prescindendo pure dagli importanti aspetti simbolici, rappresenterebbe una concreta occasione occupazionale. Ci pare sia ora di dire basta - conclude il sindacalista - a questo andazzo, richiamando, ancora una volta, il sistema bancario alle sue responsabilità. Il settore del credito generalmente deve essere volano di sviluppo della economia e deve particolarmente agire per sostenere lo sviluppo delle aree più svantaggiate, operando scelte, nell’allocazione delle risorse e nelle scelte organizzative, che non scontino discriminazioni territoriali”.

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