LO SCIOPERO DEI BANCARI E’ RIUSCITO, ED ORA ?

E’ questa la domanda che un po’ tutti ci sitamo rivolgendo dallo scorso venerdì, dopo aver  scoperto, con grande soddisfazione, che a livello nazionale il 92% delle agenzie e filiali sono  rimaste chiuse perché quasi il 90% dei bancari hanno deciso di dare una risposta di forte dissenso ai banchieri.
Le regole del gioco vorrebbero che sia ABI, nella persona del suo Vice Presidente Francesco Michieli, a dover fare la prima mossa. E’ proprio dei Banchieri la resonsabilità di riprendere il  dialogo con le Organizzazioni Sindacali, e segnali in questo senso da ABI sarebbero anche arrivati, con l’impegno ad incontrare le controparti senza però nemmeno prendere in  considerazione la sospensione della disdetta del CCNL e, conseguentemente, della negazione dell’ultrattività.
Subito dopo la disdetta, l’Amministratore Delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, dichiarava alla stampa che il ricorso al dialogo è quantomai necessario, come è necessario trovare una soluzione e che un nuovo contratto si dovrà fare. Soluzione che però riscriva le relazioni ed il contratto di lavoro tenendo conto che il mondo bancario sta cambiando rapidamente grazie alle  nuove tecnologie.
Nei giorni scorsi, dopo il risultato dello sciopero, il Presidente della BNL, Luigi Abete, sempre alla stampa dichiarava di non condividere lo sciopero, considerandolo un metodo per rimandare i problemi, ma che alla fine, una soluzione si deve e sarà trovata.
Solo pochi mesi orsono abbiamo votato ed approvato, non senza polemiche e discussioni, un CCNL che ha visto un aumento retributivo a regime, erogato tramite lo strumento dell”EDR”, di  quasi 170 euro, ma anche con importanti congelamenti di voci contrattuali che hanno permesso sensibili risparmi agli istituti di credito. Oggi questo contratto risulta non essere più sostenibile economicamente per le Banche; aggiungiamoci poi altre urgenze come la questione non risolta  degli esodi e della riforma del fondo di solidarietà ed il quadro si fa quantomai desolante.
L’esigenza di riduzione dei costi non può passare solo attraverso la mortificazione dei bancari, e  non può essere ottenuta senza introdurre un tetto alle retribuzioni dei manager e top manager.
Personaggi che vengono liquidati con bonus esorbitanti nonostante le loro manifeste incapacità documentate dai loro insuccessi.
Al Sindacato i Banchieri chiedono senso di responsabilità; senso di responsabilità che le Organizzazioni Sindacali hanno già dimostrato ampiamente di avere, firmando accordi che sono risultati impopolari tra i Bancari, tanto da minarne anche la credibilità.
I Bancari chiedono alle Aziende il ritorno al buon senso, di rispettare coloro che fino ad ora hanno sostenuto il sistema bancario e le aziende alle quali appartengono mettendoci faccia, impegno e professionalità. 
I Bancari chiedono quindi la riapertura di un tavolo di confronto, senza pregiudiziali, sul quale si possano affrontare in maniera seria e costruttiva tutti i problemi strutturali che interessano ed affliggono il mondo del credito.
I Bancari si aspettano che oltre ad una telefonata, ABI ci metta tutto l’impegno necessario per non distruggere la categoria.
Roma, 12 novembre 2013

La Segreteria Nazionale

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