MA DOVE VANNO LE RELAZIONI SINDACALI


Si rischia di arrivare nel pieno dell'estate con una serie di impegni sindacali disattesi, e  non certo per colpa delle organizzazioni dei lavoratori.

L'accordo sugli RLS (Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza) è naufragato  dopo mesi di incontri in Abi, tanto estenuanti quanto improduttivi, con il risultato che torneremo a vigilare sulla sicurezza nelle banche con le rsa in una surreale condizione di ritorno al passato. Contenti loro?! (I banchieri).
La consulta dei segretari generali per il FOC (Fondo per l'Occupazione) non si è mai riunita (come molte altre) ed incerta è ancora la totale adesione dell'alta dirigenza con il versamento del 4% delle loro retribuzioni; più certo, invece, quello dei quadri direttivi e  delle aree professionali.
Tutto rimandato sulla riforma del fondo di solidarietà, che se dipendesse dai banchieri, si  applicherebbero da subito gli importi previsti dall'ex cassa integrazione per gli operai  edili, con tutto il rispetto per questo importante comparto produttivo.
Nei gruppi è battaglia sul vap, come se non fosse un istituto certo previsto dal ccnl, ma  qualcosa di opinabile in mano ai CEO delle banche, da elargire a piacimento fra i propri  dipendenti con la massima discrezionalità, disattendendo le previsioni contrattuali sul  premio di risultato.
La contrattazione integrativa è sempre più frastagliata in mille e spesso incomprensibili rivoli, a seconda dei tempi e delle particolari esigenze aziendali ossessionate dal risparmio a tutti i costi che rischia di tramutarsi, poi, in incertezza  operativa.
Un importante gruppo bancario, fra lo stupore della cittadinanza, tiene aperti gli  sportelli sino a tarda sera con l'improbabile speranza di veder raddoppiati i versamenti  dei propri clienti, frantumando impunemente l'apparato riproduttivo dei lavoratori addetti.
Potremmo andare avanti ancora, ma preferiamo fermarci qui, domandandoci però a  che gioco giocano i banchieri, o meglio, quei banchieri che del contratto prendono solo  ciò che li aggrada, tralasciando aspetti che da soli permetterebbero un clima aziendale  migliore ed un rilancio produttivo sicuramente salutare al settore.
Pensano (alcuni banchieri) più al recepimento di certi accordi confederali raggiunti in  ambiti produttivi distanti anni luce dal mondo del credito; accordi, peraltro, di dubbia  costituzionalità e di altrettanta dubbia efficacia.
Tale situazione non permette di riprendere quel filo conduttore con le organizzazioni  sindacali basato sul dialogo costruttivo di temi che incidono direttamente sulla qualità del  lavoro e della vita in banca, che possono concretamente contribuire ad affrontare una  crisi, tuttora esistente e non lo neghiamo, di un sistema finanziario che può diventare  superato e non più competitivo a livello sovranazionale.
Perciò chiediamo il ripristino di corrette e proficue relazioni industriali senza lo spettro, obsoleto, di tagli indiscriminati e a volte privi di senso logico, oltre che infantili nei modi e nei tempi, onostante chi li propone costantemente abbia i capelli bianchi da diversi anni.
Roma 26 giugno 2013

La Segreteria Nazionale

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