PIANO STRATEGICO 2010-2015 PRIMA DI TUTTO IL PREMIO AZIENDALE
Milano, 7 giugno 2012
Nelle giornate del 30 maggio e
del 6 e 7 giugno, si sono svolti incontri tra l’azienda e le scriventi OO.SS.
in merito al Piano Strategico 2010-2015, già presentato il 24 novembre 2011, ma
rivisto negli strumenti di riduzione dei costi, già annunciati nell’incontro
del 29 febbraio scorso e ora ulteriormente ribaditi.
Da parte nostra è stata posta con forza la necessità che –
precedentemente all’apertura del confronto sul Piano Industriale - si proceda
in tempi rapidi alla definizione ed all’erogazione del Premio Aziendale 2011.
Riteniamo infatti che l’impegno profuso dai colleghi, in questo periodo
di forte crisi e di grande difficoltà nella gestione del rapporto con una
clientela sempre più disorientata, vada assolutamente premiato.
Per questo abbiamo chiesto che, prima e fuori dalla trattativa sul Piano,
venga trovata con urgenza una
adeguata soluzione, venga cioè definito
ed erogato il Vap.
UniCredit ha dichiarato
l’intenzione di utilizzare in termini di opportunità i nuovi strumenti offerti
dal CCNL appena rinnovato (nuova occupazione, premio di risultato, insourcing),
ferma restando l’esigenza di ridurre ulteriormente i costi, dal momento che il
Gruppo si posizionerebbe decisamente al di sopra della media di sistema.
L’azienda, rispondendo alle
pressanti richieste di equità negli interventi di riduzione dei costi avanzate
dalle OOSS nei precedenti incontri, ha informato circa gli interventi già
effettuati in tal senso in merito ai compensi ai top manager del gruppo.
Successivamente ha illustrato il
progetto Mindset440, già in corso di attuazione, che dovrebbe generare risparmi
per complessivi 440 milioni in merito a vari capitoli di spesa non riguardanti
il personale, come ad esempio il real estate e le consulenze.
Le OO.SS. hanno preso atto degli
interventi effettuati sul top management, che però sono ritenuti ancora insufficienti. E’ infatti
necessario pervenire ad una riduzione
strutturale del rapporto tra stipendio
dei manager e quello medio dei dipendenti. Da aggiungere che manca ancora
la comunicazione, da parte dell’azienda, circa l’adesione del management del gruppo al versamento minimo del 4% a
favore del nuovo Fondo per l’Occupazione, previsto dal nuovo CCNL.
Per quanto riguarda il personale,
la riforma pensionistica, approvata nel mese di dicembre, avendo allungato
significativamente i tempi per la maturazione dei requisiti pensionistici, e
ridotto, conseguentemente, la possibilità di ricorso al pensionamento diretto
come leva per ridurre i costi, ha messo in discussione l’impianto originario
del Piano, così come era stato presentato nel mese di novembre.
Dei 3500 colleghi che avrebbero maturato il diritto a pensione entro il
2015 ne restano 800.
Pertanto, non potendo più
ricorrere al pensionamento anticipato, ma avendo confermato l’obiettivo di riduzione dei costi del
personale per circa 450 milioni, l’azienda ha ribadito la proposta, già
illustrata nel corso dell’incontro del 29 febbraio, che di seguito riportiamo
per titoli:
1)
uscita
obbligatoria dei colleghi con il diritto a pensione entro il 2015;
2)
maggiore
mobilità infragruppo, territoriale (entro i limiti del CCNL), professionale,
anche per favorire l’insourcing di attività;
3)
moratoria sugli
inquadramenti (per tutte le società):
4)
rivisitazione
delle prassi aziendali, a partire dalle indennità e dalle condizioni ai
dipendenti;
5)
fruizione di
tutte le ferie residue e delle ex-festività che non potranno più essere
monetizzate;
6)
adozione di
tutti gli strumenti che possano favorire le richieste di flessibilità
individuale, part-time in primo luogo.
Esaurita questa prima fase, una
volta verificata l’efficacia degli strumenti concordati, si aprirebbe un
confronto per concordare ulteriori interventi di flessibilità e di
razionalizzazione riguardanti anche il Welfare aziendale (Fondi Pensione,
Cral….)
Al termine dell’esposizione, pur
prendendo atto che la significativa contrazione delle uscite per pensionamento
(da 3500 a 800) non viene compensata da più forti interventi per ridurre
l’occupazione, le OO.SS. hanno manifestato notevoli perplessità e
contrarietà rispetto alle proposte avanzate.
In particolare:
♦ è del tutto inaccettabile che, mentre si propone di intervenire
pesantemente, riducendo alcuni istituti contrattuali (es: inquadramenti,
indennità, ex festività), il sistema incentivante, distribuito in modo
discrezionale e iniquo, non sia assolutamente messo in discussione e il Premio
aziendale venga condizionato all’andamento della trattativa complessiva;
♦ occorre ridurre le spropositate
e inefficienti strutture di governo a vantaggio delle realtà a contatto con il
cliente.
Il sindacato prende atto del fatto che nel piano non sia prevista una riduzione
massiccia degli sportelli, ma ritiene indispensabile che gli stessi siano
presidiati da un organico sufficiente a gestire tutte le necessità, altrimenti le condizioni di lavoro dei colleghi
nella rete continueranno ad essere insopportabili e
il servizio alla clientela assolutamente
carente e inadeguato rispetto alla concorrenza.
Appena pochi mesi fa era stato
comunicato (PICCINI) che la
riduzione degli addetti delle sedi centrali sarebbe andata a beneficio delle
agenzie.
Oggi tutto questo è smentito in modo categorico. Non lo capiamo e non lo condividiamo!
Il fatto che a fine piano gli addetti delle agenzie della rete
F&SME dovranno ridursi di circa 6.600
unità (in media 1,5 lavoratore in meno per agenzia) rappresenta
sicuramente uno dei punti di maggiore criticità del piano che ci è stato
presentato.
Le OO.SS. hanno poi, ancora una volta, duramente contestato tutte le
iniziative di mobilità che, ancora in questi giorni, si stanno effettuando,
iniziative che, anziché rafforzare la rete degli sportelli, tendono a
depauperarla di risorse importanti;
♦ il Piano industriale non
prevede ulteriori esternalizzazioni di attività (anzi è previsto l’insourcing
di attività su cui l’azienda si è detta disponibile ad attivare uno specifico
incontro), ma è indispensabile che ciò trovi la necessaria conferma
(Progetto Newton);
♦ è necessario che l’azienda non
proceda a comportamenti unilaterali, come quelli recentemente registrati in
termini di ferie e ex festività, tanto più quando si tratta di tematiche che
essa stessa individua come oggetto del confronto sulla gestione delle ricadute
del piano;
♦ equità, rigore e trasparenza
dovranno essere i criteri a cui improntare ogni scelta; in caso contrario il
confronto non potrà realizzarsi, perché verrebbero a mancare i requisiti di
fondo.
Ribadiamo come il negativo
andamento dei conti aziendali sia da ascriversi non solo alla crisi economica e
dei mercati da tempo in atto, ma anche a scelte organizzative e commerciali
sbagliate effettuate negli anni scorsi, scelte che le OO.SS. avevano
ripetutamente criticato, pur rimanendo tale critica inascoltata.
Le responsabilità del
management rispetto a questa situazione sono quindi enormi e, dunque, non
possono essere i lavoratori e le lavoratrici i soli a pagare i costi del
necessario aggiustamento dei conti aziendali.
Dopo il successo dell'aumento
di capitale, il management deve impegnarsi in tutti i modi per far sì che
l’azienda possa uscire dalle difficoltà di questi anni, soprattutto con
la crescita dei ricavi e un più forte sostegno all'economia, ai
territori e alle imprese del Paese.
Parimenti occorre valorizzare il
personale e sostenerne la motivazione, a partire dall’erogazione in tempi
brevi del Premio aziendale.
La procedura contrattuale sul
Piano Strategico, avviata con lettera del 6 giugno e della durata di 50 giorni,
scadrà a fine luglio.
Le scriventi OO.SS. si sono rese disponibili al confronto, ma a
condizione che, in via preliminare, si proceda alla definizione e alla
erogazione del Premio Aziendale 2011.
Gli incontri proseguiranno la
prossima settimana: vi terremo informati sul loro andamento.
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