LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELL’ABI , GIUSEPPE MUSSARI

Fabio Verelli 
Egregio Presidente,
leggiamo con preoccupazione quanto riportato da Il Sole 24Ore di oggi in merito alla (presunta per noi) “mancanza di spazio per automatismi negli aumenti salariali legati all’inflazione prevista”.

Una affermazione che troviamo, francamente, di cattivo gusto, dopo il responsabile atteggiamento più volte dimostrato dal sindacato che, con una seria politica concertativa, ha contribuito a risolvere non pochi problemi nei gruppi e nelle banche; Lei lo sa bene.

Come sarà, sicuramente, a conoscenza che la Sua associazione ha firmato l’accordo quadro di gennaio 2009 insieme a quasi tutte le parti sociali, sotto l’autorevole regia del Governo che, obiettivamente, non rappresenta proprio l’ultima ruota del carro in una società di diritto quale è la nostra.

Parola di banchiere non è parola di re, siamo consapevoli, ma a tutto c’è un limite e, per questo, pretendiamo il rispetto degli accordi presi, soprattutto per tutelare la dignità dei trecentomila bancari che, nonostante la crisi, assistono disgustati alle stock option milionarie dei Suoi colleghi (che poi, incredibilmente, sono anche i nostri) e alle Sue periodiche esternazioni contro l’alto costo del lavoro e mai contro lo stratosferico costo di un sistema finanziario che ha stravolto i rapporti economici a vantaggio degli azionisti e del suo top management che non è esattamente immune da colpe per le difficoltà che il settore attraversa, anche se le loro retribuzioni non se ne avvedono.

No, gentile Presidente, Lei ha il dovere di rispettare, e far rispettare, gli accordi presi, ha il dovere di portare la categoria al nuovo contratto ed accompagnare tutto il sistema verso il rilancio e la sostenibilità sociale.

Su questi temi, non abbia preoccupazioni, troverà il costruttivo sostegno del sindacato e l’apprezzamento della intera categoria.

Cordialità



Roma 2 marzo 2011


Fabio Verelli

Segretario Nazionale responsabile
Ugl Credito

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