SE IL BANCONE TORNERA' AD ESSERE LA BANCA DELLA GENTE
Non poche preoccupazioni sta destando fra i dipendenti di UniCredit Group l’avvicinarsi dell’ora X per la realizzazione del Bancone, che dovrebbe concretizzarsi nel mese di novembre prossimo.Questo nuovo progetto è, peraltro, osservato con la massima attenzione dal sindacato come una sorta di rivincita sul precedente piano divisionale S3 che, fin dalla sua nascita alla fine del 2003, destò forti perplessità e la prova di quanto queste fossero fondate sta proprio nel ripensamento alla cosiddetta banca unica, la quale dovrebbe favorire un rapporto più vicino alla clientela ed al territorio.L’auspicio di Profumo è, probabilmente, che la riorganizzazione di UniCredit serva a battere la concorrenza delle banche locali, abbastanza agguerrite specialmente dall’inizio della crisi finanziaria, ma anche ad un generale recupero fiduciario capace di dare concrete risposte alle esigenze delle famiglie e delle PMI.Noi, invece, riteniamo opportuno che questa scelta, anche strategica, serva a ripensare ad un modo diverso e migliore di fare banca, non più con una attività prevalentemente finanziaria rivolta essenzialmente ad obiettivi di breve termine, ma con una seria politica creditizia capace di guardare al futuro con solidi piani di sviluppo nel medio e lungo periodo, con i dipendenti al centro dell’attività produttiva, adeguatamente formati e coinvolti direttamente nelle varie scelte gestionali.L’aggregazione dei sette rami del gruppo, con il mantenimento dei principali marchi, sicuramente servirà a razionalizzare i costi amministrativi aziendali, ma dovrà pure servire a semplificare il rapporto con la clientela e le comunità di riferimento, per una banca promotrice di crescita economica e culturale, in un clima di autentica responsabilità sociale che una grande azienda come UniCredit può certamente dare ai propri stackeolders ed al Paese reale.Non abbiamo sentore di potenziali esuberi su scala nazionale dalla nascita del progetto ma, anzi, riteniamo che questa operazione possa rappresentare l’occasione per potenziare gli organici della rete, proprio per garantire il buon fine del Bancone come unico e valido modello per le aziende di credito dell’immediato futuro.
Fabio Verelli


