UNICREDIT: RIORGANIZZAZIONE, PROGETTO GOLD ONE
Giovedì 5
dicembre u.s. la banca ha fornito una informativa sulla riorganizzazione del
Gruppo in Italia, cioè del progetto denominato GOLD (di cui O.N.E. è la
denominazione del sottoprogetto che rimodella l’assetto organizzativo del
perimetro Country Chairman Italy (che fa capo a Piccini) e che entrerà a pieno
regime il 14 prossimo gennaio.
Non abbiamo
ritenuto di riportare tutta l’abbondanza di particolari che costituiscono il
progetto e che sono stati illustrati nel corso dell’incontro, anche perché la
riorganizzazione è già in uno stato avanzato dei lavori e molti suoi aspetti sono noti, in quanto già
usciti sul portale.
Ci limitiamo
quindi ad elencarne, in modo sintetico, i tratti salienti e, in comparazione
con il modello precedente, le innovazioni che ci appaiono più significative.
- Per quel che riguarda la rete commerciale, imperniata sulle 7
Region, è previsto che le Aree Commerciali,
che passeranno da 111 a
76, si dividano, in base alla complessità (impieghi, raccolta, numero del
personale, numero delle agenzie), in 17 Top e 59 Standard. Tutte hanno un Vice
direttore di area, solo le Top ne avranno due, uno che segue il comparto
retail, l’altro il corporate.
- Mediamente vi sarà un Centro Sviluppo che opera nell’ambito
dell’area commerciale. In base alla massa critica vi potranno essere casi che
vedono uno sviluppatore seguire un solo distretto. Rispetto al modello
precedente, i centri sviluppo si occuperanno anche del mondo CIB (anche se
oggi, è stato precisato, acquisire aziende corporate che non siano già clienti
è rischioso e spesso non appetibile).
- I Centri Corporate derivano dalla fusione fra i centri impresi del
mondo family e i vecchi centri corporate; un effetto dell’aggregazione è che
non solo il responsabile del centro segue sia le medie imprese sia le grandi –
la distinzione permane - ma anche il singolo gestore può, almeno in teoria,
seguirle entrambe; si sta lavorando per addivenire ad una piattaforma che
integri la procedura retail e quella corporate, in modo che si possa passare
direttamente da una all’altra.
- Le Piccole Imprese restano di competenza del distretto e quindi anche
gli ultimi centri piccoli impresi rimasti, poco meno di 100, entro il 14
gennaio verranno chiusi.
- In conclusione, tutto il mondo
corporate rientra nella competenza delle Aree Commerciali, ad eccezione di
30/35 gruppi molto grandi, singolarmente individuati, che rientrano nell’area dell’Investiment
Banking e che non sono sotto la delega del Country Chairman Italy.
- Quanto ai Distretti, nulla cambia. Come ora, sempre in base alla complessità,
si distinguono in distretti che prevedono la figura del Vice e altri che non la
prevedono.
- La struttura della Region si articola in tre settori: il commerciale
distretti, di supporto ai distretti, il commerciale corporate, di supporto ai
centri corporate, ed il Public Sector e Territorial Development che si occupa
dei rapporti con gli enti pubblici, le associazioni di settore, ecc. e il cui
responsabile è anche il vice del direttore regionale.
- Sempre per quel che riguarda la Region , non vi sono al
momento modifiche di rilievo rispetto all’attuale modello, ma si stanno
valutando possibili interventi soprattutto nel settore Commerciale Corporate.
Per i Centri Estero si ipotizza,
infatti, di lasciare ai Trade Foreign
Office (i centri distribuiti sul territorio e più vicini ai clienti) solo
le attività di 1° livello (cioè quelle che venivano chiamate “merci”, i crediti
documentari) a maggior valore aggiunto, ed accentrare il resto dell’attività
(2° livello) sui Trade Foreign Center,
che manterrebbero comunque anche l’attività di
1° livello. Altro settore sotto analisi è quello delle Filiali Operative del segmento
commerciale corporate: al momento restano quelle esistenti sul modello ex Cib e
tali rimangono, ma ragionando in una logica di banca unica la distinzione fra
queste filiali rispetto alle filiali tradizionali perde di senso. Comunque,
ripetiamo, alla partenza del 14 gennaio
le attuali filiali rimangono tutte.
- L’unica vera modifica di
rilievo riguarda i Credit Analyst Team:
nella struttura precedente si occupavano, all’interno del mondo Cib, sia di
istruttoria che di delibera. Nel nuovo modello restano solo gli analisti
deputati all’istruttoria sotto il responsabile corporate della Region, mentre l’attività di delibera (e i relativi
addetti) passa nella competence line CRO (crediti) che supporta la Region.
- Sempre in ambito CRO,
diminuiscono di numero le Direzioni
Crediti, in precedenza presenti in ogni direzione commerciale; tali
restano, però anziché scendere da 111
a 76, calano a 38. Avremo così Direzioni Crediti che seguono
una sola area commerciale, Direzioni che ne seguono due, Direzioni che ne
seguono tre.
- In ragione della peculiarità
della clientela, si è ritenuto opportuno mantenere una rete Private Banking che
però lavorerà in stretto coordinamento con la Region sul territorio di competenza (la Region disporrà anche dei
dati del private che lì opera). L’eliminazione delle attuali 32 aree
commerciali private obbedisce all’esigenza di snellire la catena di comando,
mentre viene mantenuta la tripartizione della rete private in filiali, studi e
filiali top.
- Il network Real Estate si articola con una struttura accentrata a
Milano e in sette aree commerciali sul territorio in coincidenza con le Region;
dal 14 gennaio assorbirà anche una parte di clientela in precedenza seguita dai
segmenti medie imprese e corporate.
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L’azienda ha dichiarato che
obiettivo fondamentale di questa riorganizzazione è lo snellimento della
cinghia manageriale, al fine di accelerare i processi decisionali.
Altro obiettivo essenziale è la
massimizzazione delle sinergie commerciali fra i diversi segmenti. La vocazione
commerciale impone di tornare al modello di banca unica, superando
definitivamente la divisione fra banche di segmento. La specializzazione non
viene rinnegata, ma le competenze attribuite ai Regional Manager garantiscono
quel dialogo che era venuto meno fra i segmenti corporate, retail e private.
Non smentisce questa impostazione
il fatto di aver mantenuto una rete commerciale private banking; il legame di
questa con gli altri segmenti sarà molto più stretto in quanto le Region
disporranno anche dei dati del private che operano sul suo territorio.
La prudenza, unita forse anche ad un certo scetticismo, a cui le OO.SS. ritengono di attenersi per formulare
un giudizio su quanto è stato illustrato,
è inevitabilmente condizionata dagli esiti sortiti dai diversi
interventi organizzativi piccoli o grandi che, limitandoci agli ultimi cinque
anni, si sono succeduti con cadenza annuale, a volte addirittura semestrale. E
che questi non abbiano prodotto appieno
i benefici ipotizzati lo dimostra il fatto che ancora una volta si è avvertita
la necessità di modificare il modello preesistente con un riordino diffuso e
robusto quale è il progetto GOLD, di cui il progetto ONE rappresenta la parte
calata sul perimetro Italia.
Prediamo dunque atto degli
obiettivi che il nuovo modello si prefigge – accelerare il processo
decisionale, semplificare il dialogo fra i clienti e la banca, massimizzare le
sinergie commerciali tra diversi segmenti nell’ambito dello stesso territorio –
come di una ambizione condivisibile, auspicabile e resa necessaria dall’attuale
difficile contesto di mercato.
Parimenti, abbiamo altrettanto
preso atto delle dichiarazioni della banca che dall’operazione non si determineranno fenomeni di mobilità territoriale; mentre per quanto
attiene alla mobilità di ruolo o professionale, la soppressione
di posizioni di lavoro e conseguente spostamento dei lavoratori interessati su
altre posizioni avverrà senza traumi e con
la ricerca del consenso. Segnaliamo in proposito che saranno circa 200 le posizioni di lavoro manageriali
medio-alte che verranno meno dalla riorganizzazione, con auspicabili
benefici in termini di snellezza, rapidità decisionale e riduzione dei costi.
Il tutto, lo ripetiamo, ancora
scritto solo sulla carta.
La concretezza che le OO.SS.
devono costantemente mantenere nello svolgimento del loro ruolo impone di
guardare sempre in avanti, ma è difficile non ricordare che sono anni che denunciamo all’azienda una
struttura sbilanciata ai danni di chi svolge mansioni operative, sono anni che
denunciamo che i segmenti retail, corporate e private lavorano senza
coordinamento, sono anni che denunciamo politiche dei ricavi improntate solo al
breve termine, di marca fortemente finanziaria e lontana dalle esigenze della clientela. Ed in questo senso gli
obiettivi di questa riorganizzazione, che abbiamo sopra ricordato, ci appaiono
anche come una ammissione di colpa da
parte della azienda.
Detto questo, non possiamo che
concludere con l’auspicio che finalmente
quanto dichiarato coincida con quanto effettivamente verrà realizzato.
A breve verranno convocati incontri
con le OO.SS. a livello territoriale per chiarire l’impatto della
riorganizzazione sulle singole aree.
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